Testimonianze

Ho iniziato a frequentare il corso di Araceli per curiosità nel 2001, dopo tanti anni di danza classica, e mi sono subito accorta che il mio corpo in quel tipo di danza riusciva ad esprimere tutta la mia irrazionalità e le mie emozioni. È STATO AMORE A PRIMA VISTA!!! Confrontarmi con una danza diversa da quella che avevo fatto per tanti anni, mi ha permesso di lasciar andare il mio corpo, senza pensare troppo al movimento ma più al ritmo; è stato come sfuggire ad una etichetta, a delle regole e quindi al grosso limite della danza classica. Questo avvicinamento è stato favorito da un’insegnante bravissima, anche come ballerina, piena di passione ed energia, sempre pronta a spronarci a fare di più, a fare cose nuove ma sempre divertendoci. Faccio il medico e non ho più frequentato corsi di danza da questa esperienza, e pensandoci bene senza un vero motivo; ma porto con me, anche nel mio lavoro, gli insegnamenti appresi, e spesso, in momenti diversi, quelle emozioni mi aiutano a superare le difficoltà che incontro.

Carolina (Medico)

Ho incontrato questa danza quasi per caso, come spesso accade con il destino. Avevo 36 anni, era il 2009, accompagnavo mia figlia a danza classica, e continuava a cadermi l’occhio su questo gruppo di donne ( e qualche uomo) eterogeneo per età e apparenza: sciamavano dentro alla stanza con un’energia gioiosa, al ritmo di musiche travolgenti. Ricordo di avere pensato, che bello! Ma non io, non sono portata, non ho tempo, non ho mai danzato ed è certamente troppo tardi ora. E invece. Invece poi ho seguito l’istinto e sono rimasta con Araceli per quattro anni, nei quali abbiamo fatto corsi, laboratori e spettacoli. Abbiamo fatto amicizie che tuttora mi accompagnano. Abbiamo condiviso divertimento, imparato attraverso il corpo in movimento, scoperto limiti, giocato a travestirci, guardato in faccia i nostri imbarazzi, incrociato percorsi di vite alieni a noi. Abbiamo vissuto intensamente, riso, pianto, ci siamo riviste nei miti e negli archetipi, abbiamo imparato il contatto fisico dei corpi e abbiamo ballato tanto (ballato bene mai, io; ma ballato per me stessa di certo sì, quindi che importa?). Questa esperienza per me è stata fondamentale, arrivata com’è in una fase di transizione, di incertezza, dove era necessario lasciarmi andare e sperimentare, dove dovevo ritagliarmi spazi solo miei, dove ciò che mi era familiare e conosciuto non mi bastava più, dove non dovevo essere io a guidare e scegliere ma era la danza, la musica, il gruppo, il corpo a farlo. E tuttora, anche se il mio percorso è continuato in altre direzioni, penso che quello che ho imparato ancora mi accompagni in tanti modi: quando insegno, quando cerco una comunicazione non verbale, quando sono mamma e donna, quando “sento”, quando muovo le mani e instauro un contatto, quando mi fido di quello che scorre sotto la superfice delle cose. Insomma, quando vivo.

Cecilia (Docente)

Ho iniziato la Danzateatro delle Origini a gennaio del 2020, prima e durante la quarantena per il covid-19. Anche se per breve tempo, la danza di Araceli mi ha dato tantissimo. Prima di tutto ho conosciuto donne splendide, piene di energia e magia, tra le quali Araceli, vera colonna portante di questo cerchio di amore e condivisione. Sono stata fin da subito accolta come una sorella nel gruppo. La Danzateatro delle Origini mi ha confermato la forza straordinaria di comunicare con gli occhi, con il corpo in movimento, con i gesti archetipi dell’anima. Vorrei accogliere l’idea di poterla utilizzare nel momento in cui entrerò meglio nel mondo del lavoro.

Chiara (Laureata in Scienze della Formazione)

Nella magia degli incontri e per il mio interesse per la danza, come canale di autoconoscenza, incontrai la Danzateatro delle Origini nella Escuela Nacional de Danza di Città del Messico, un seminario indirizzato in quell’occasione alla terapia. Ero alla ricerca di un percorso interiore, mentre indagavo i rituali della tradizione. Sono passati molti anni da quell’incontro, ma ricordo ancora bene le sensazioni e le riflessioni che si attivavano in ogni esercizio, il gruppo-tribù, gli elementi, la voce e il movimento, l’animalità, il sacro. In quel periodo ero incinta di cinque settimane e ogni tema del workshop rafforzava la mia genitorialità, guariva le mie relazioni con gli altri e con me stessa. Tornavo all’origine, alla terra, con movimenti ritmici, ondulatori e pulsanti, cercavo il sole. Fu una settimana di lavoro intenso e giorno dopo giorno, rinascevo in ogni momento. Sentivo la verità di quel percorso, la sua organicità, percepivo la mia presenza e pieneza, senza giudizio, attenta, vigile; non importava l’esecuzione tecnica di danza, cercavo solo di essere autentica ; il processo e la dinamica della classe lo facilitava, era naturale e allo stesso tempo profonda. Infinita gratitudine Araceli, per avermi accompagnato a tracciare nuovi percorsi nel mio Essere; ogni corpo è un universo ed esplorarlo dal movimento organico è una porta di espansione e libertà.

L'ALTRA DANZA

Potere e magia del movimento